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Guerra in Iran, lo psichiatra: “Cresce l’ansia e il rischio di distacco per ‘overdose’ di notizie”

Guerra in Iran, lo psichiatra: “Cresce l’ansia e il rischio di distacco per ‘overdose’ di notizie”

Il conflitto in Iran con Israele e Stati Uniti in campo e Teheran che minaccia "conseguenza eterne". "Tutto questo ha un forte impatto sulle persone che da i eri sono in uno stato di allerta e hanno una fame di notizie, un bisogno di informazione, che mi ha colpito molto. Giovani, adulti e anziani, non c'è alcuna differenza: tutti vogliono sapere costa sta succedendo per essere rassicurati", sottolinea Claudio Mencacci, co-presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia (Sinpf).

La necessità di informarsi

"I più giovani si informano tramite TikTok, gli adulti scelgono Facebook, mentre gli over50 e gli anziani prediligono le news di Tg, giornali e talk show", analizza lo psichiatra. E "ovviamente si creano delle 'fazioni'. I giovani, che notoriamente gravitano nell'area pacifista e ambientalista, si mobilitano contro la guerra. Tra gli adulti, invece, oltre ai no-war c'è anche chi pensa 'questo conflitto non mi riguarda', 'succede lontano da casa mia'. Poi ci sono gli over65", che sono i più in ansia "per la sicurezza interna del nostro Paese e, ovviamente, temono per i figli e i nipoti". Più si va avanti con gli anni e maggiori sono le preoccupazioni.

L’aspetto economico

"La generazione che ha vissuto la fine della Seconda Guerra mondiale, e che oggi ha superato gli 80 anni, teme per la pensione, per le bollette e le prestazioni sanitarie, perché la guerra crea destabilizzazione", osserva lo specialista. Anche uomini e donne, precisa, hanno reazioni diverse di fronte alla guerra in diretta, ai bombardamenti e alla minaccia nucleare: "Le donne generalmente sono più ansiose e sensibili, hanno una maggiore partecipazione empatica nei confronti delle vittime. Ecco perché sono sempre a favore di una soluzione diplomatica che porti alla pace, perché si preoccupano di proteggere i loro cari, anche dal punto di vista psicologico".

Uomini più cinici e razionali

Invece gli uomini "sono più razionali e cinici", per "alcuni 'è la solita guerra per il petrolio', per altri 'è un dovere difendersi' per motivi geopolitici". Bene tenersi informativi, ma per Mencacci c'è il rischio di "cadere nell'eccesso di informazioni, nel cosiddetto sovraccarico di notizie che, se la situazione si dovesse prolungare nel tempo come è successo nel conflitto tra Russia e Ucraina, potrebbe causare nelle persone un distacco emotivo, una sorta di anestesia intorno a quanto sta accadendo, perché alla fine ci si abitua anche alla guerra". Da qui alcuni consigli: "Informarsi attraverso fonti autorevoli e verificate, meglio se internazionali, per evitare di farsi prendere da ansia e panico"; mantenere "un minimo di empatia e solidarietà nei confronti delle tante vittime, di entrambi le parti". Per lo psichiatra "un'altra paura di fondo" che questa crisi internazionale può far riemergere è "la minaccia del terrorismo legata al tema dell'immigrazione, una paura che colpisce uomini e donne, senza alcuna distinzione, a parte i giovani più sensibili e a favore dell'accoglienza".

La Repubblica

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